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Come distruggere la propria armonia di coppia costringendo il proprio partner a cambiare

GLI ATTEGGIAMENTI E I COMPORTAMENTI CHE “AVVELENANO” UN RAPPORTO DI COPPIA.

Fotografia
Nella fase dell’innamoramento, in cui i partner sono completamente presi dalla passione e dal desiderio di stare sempre insieme, generalmente si è convinti che per far sì che vada tutto per il meglio amarsi sia l’unico elemento indispensabile, sottovalutando il fatto che alla base di ogni buona relazione c’è una buona dose di impegno e sacrificio.
 
La fase dell’innamoramento, come sappiamo, ha una fine. I partner si accorgono che i loro compagni non sono così perfetti come avevano immaginato, cominciano i conflitti ed inizia la dura lotta di potere per il cambiamento dell’altro!
Quando la relazione comincia ad essere costellata da litigi, astio, insoddisfazione  e aggressività, si aprono tre opzioni: i partner possono scegliere di lasciarsi, possono prendere la decisione di gestire le proprie energie al fine di affrontare in modo costruttivo i conflitti oppure possono decidere di continuare con le “lotte di potere” (che potrebbero durare per sempre).
In una relazione sana e funzionale è importante che entrambi i membri della coppia si impegnino ed investano le proprie energie senza cadere nell’illusione di pensare che le cose possano migliorare da sé o che debba fare tutto il partner.
In questo articolo mi dedicherò ad illustrare gli atteggiamenti e i comportamenti che tipicamente vengono utilizzati per distruggere il proprio rapporto di coppia nella situazione in cui non si abbia ancora deciso se lasciarsi o impegnarsi a stare insieme in modo costruttivo.
 
METTERE CARNE SUL FUOCO
Semplicemente mentre si è nel pieno di una disputa non si fa altro che inserire nuovi argomenti nel discorso, non attinenti a ciò di cui si sta parlando. Quindi piuttosto che rimanere focalizzati sul problema principale, magari si fa riferimento a qualcosa accaduto diversi anni prima, o a questioni ancora irrisolte o a questioni nuove nate dal nulla. Così facendo si genererà confusione, risentimento e ulteriore rabbia.
 
NON ASCOLTARE
L’ascolto è una capacità che richiede uno sforzo. Di conseguenza  sarà semplice non ascoltare il proprio partner. Mentre l’altro parla, sarà sufficiente non focalizzarsi su ciò che dice, ma piuttosto pensare alla risposta da dare.
L’importante è dire la propria e rispondere in modo impulsivo cercando di avere sempre l’ultima parola piuttosto che dare importanza alle emozioni del partner e capire la sua visione.
 
NEGARE SEMPRE
Durante le discussioni occorre mettersi sulla difensiva e negare ogni propria responsabilità ottenendo dall’altra parte il non sentirsi ascoltati e compresi.
 
NON RISPONDERE
Quando il partner ci pone delle domande, si può non rispondere, rimanendo in silenzio e per aumentare la tensione  nel frattempo si fa qualcosa di scollegato dal discorso, come passare la scopa, leggere, guardare la tv …, mostrando totale indifferenza; oppure rispondendo “una cosa per un’altra” in modo non pertinente e sensato rispetto alla domanda, del tipo, domanda: “stasera andiamo al cinema”?, risposta: “hai visto dove ho lasciato il mio cellulare?”
 
OSTRUZIONISMO
Corrisponde a chiudersi in se stessi nel bel mezzo di una discussione conflittuale trattenendo qualsiasi risposta verbale o non. In altre parole significa trasformarsi in un muro di pietra nel bel mezzo di una discussione.
 
METTERSI SULLA DIFENSIVA
Assumere il ruolo della vittima innocente con affermazioni quali: “Lavo sempre i piatti”. “Perché  mi tratti così male?” oppure contrattaccare: “ma senti chi parla!”, “Quand’è l’ultima volta che hai fatto la spesa?”
 
 
CRITICARE E DISPREZZARE
Ricorrere regolarmente alle critiche per dar voce alle proprie lamentele tendendo a ricondurre un problema ai difetti caratteriali dell’altro. Affermazioni quali: “non lavi mai i piatti”, “sei così egoista”, suscitano solo risentimento anziché desiderio di collaborazione e reciproco aiuto. I coniugi che provano disprezzo agiscono con superiorità, sottolineando le proprie critiche con un ghigno, storcendo le labbra o alzando gli occhi al cielo per manifestare la propria superiorità ed il proprio disgusto, prendendo in giro il partner oppure ricorrendo al sarcasmo, dicendo per esempio: “oh, hai mal di gola? Un’altra scusa per non fare i piatti!”
Ci sono diversi modi per criticare, uno è la lettura della mente, ovvero avere la convinzione di sapere cosa il partner pensa, vuole e sente senza che l’altro abbia detto qualcosa al riguardo, ad esempio : “già so come reagirai!”, oppure “Il tuo sguardo dice tutto!”, senza che ci sia stato un chiaro confronto al riguardo.
La strategia causa-effetto è un modo subdolo adottato per criticare, ovvero attribuire all’altro la colpa di un nostro stato d’animo, considerandolo il colpevole delle emozioni che proviamo (ciò è impossibile dato che ogni individuo ha una vita emotiva indipendente dagli altri basata sulle proprie scelte). Possono essere un esempio di questa strategia frasi del tipo: “Tu mi irriti”, “Tu mi farai impazzire”.
 
TROVARE IL COLPEVOLE
Addossare la colpa all’altro è uno schema che si verifica di frequente, in cui ognuno si accusa vicendevolmente seguendo il principio in cui ci si focalizza esclusivamente su di sé non tenendo in considerazione esigenze e bisogni dell’altro mettendosi in una posizione di supremazia e aspettandosi niente altro che le scuse dell’altro. In questi casi non si considera affatto il proprio contributo nel conflitto, quando invece si sa che ogni partner ha la sempre una propria quota di responsabilità.
 
SENTENZIARE
Consiste nel giudicare l’altro con atteggiamento saccente e autoritario da una posizione di superiorità considerando l’altro inferiore e dando per scontato di saperne di più dell’altro.
 
 
PRESSING
Frasi del tipo “spicciati”, “vieni al punto”, “quindi?” sono tutte espressioni che non aiutano la comunicazione, mettono fretta e non invitano a riflettere, ma stimolano a prendere una decisione in fretta oltre a suscitare nervosismo e incomprensione nel partner.
 
ALTERARE LA REALTA’
Attraverso esagerazioni, minimizzazioni e interpretazioni ci si allontana dalla vera natura dei fatti. Si utilizzano frasi del tipo: “hai alzato la voce contro di me”, piuttosto che dire “mi hai parlato con un tono più che deciso”; “hai sbattuto la porta”, piuttosto che “hai chiuso la porta”.
 
Un altro modo di non attenersi alla realtà ( e di criticare il proprio partner) è quello di utilizzare gli avverbi “sempre” e “ mai”, per esempio nelle frasi: “vai sempre a giocare a calcetto”,  “come sempre devo fare tutto io”, “non andiamo mai al cinema”, “ogni volta è la solita storia” e così via.
 
CONTATTO
Mi riferisco al contatto fisico e visivo, nel senso che tenersi distanti e non guardarsi durante una lite sono atteggiamenti che favoriscono l’allontanamento della coppia, lo dimostrano alcuni studi i quali sostengono che, per esempio, tenersi per mano durante una discussione può favorire il riavvicinamento e la riappacificazione più facilmente che non toccarsi.
 
TERAPIA DI COPPIA
Spesso capita che nel bel mezzo di una crisi di coppia uno dei partner decida di avvalersi dell’aiuto di un terapeuta di coppia, per la risoluzione delle proprie difficoltà. L’altro partner di tutta risposta potrebbe rifiutarsi perché scettico al riguardo. Circa la psicoterapia esiste un po’ di confusione ma intendo specificare che esistono diversi tipi di psicoterapia e che sono state fatte delle ricerche scientifiche volte a dimostrare la loro validità ed efficacia rispetto al trattamento di diversi disturbi.
La psicoterapia di coppia rappresenta uno spazio di contenimento in cui poter riflettere in modo costruttivo, facilitare il contatto con le propri bisogni ed emozioni più intime, promuovere un tipo di comunicazione efficace.
Gli studi dimostrano che ciò che distingue le coppie “felici” da quelle “infelici”, non è il fatto che le prime non litigano mai, ma che le prime sono capaci di “riparare”, le seconde invece no. Le coppie felici non evitano il conflitto e non nascondono sotto il tappeto le brutte liti o eventi spiacevoli facendo finta che non siano mai accaduti; al contrario ritornano sull’accaduto, parlandone e cercando di comprenderlo, prestano ascolto ai sentimenti e ai punti di vista dell’altro. Cercano di capire in che cosa ciascuno dei due abbia sbagliato e si assumono la responsabilità per ciò che si rammaricano di aver detto o fatto e chiedono scusa. Elaborati in questo modo, i conflitti perdono la loro forza distruttiva.
Nella costruzione di una stabilità di coppia, quando i partner si ritrovano a discutere di un problema, se riescono ad esprimere comprensione ed empatia, sorridono e cercano di operare una piccola riparazione, è probabile che la loro relazione abbia successo e ogni volta che ritrovano la serenità dopo una discussione, la coppia diventa più matura e più solida.
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