Il disegno infantile: competenze di sviluppo ed espressione degli affetti
Il disegno è uno strumento di conoscenza psicologica, utile ad indagare la personalità e il livello di sviluppo grafico e, quindi, cognitivo.
Ogni età ha le sue tipiche conquiste negli aspetti prassici (i grandi e piccoli movimenti), corporei, percettivi, cognitivi, affettivi.
Attraverso i disegni, l’osservazione del comportamento, il gioco e altri test, è possibile comprendere la personalità del bambino e il suo stile relazionale.
I disegni e i test psicologici vengono usati, infatti, in diversi settori della psicologia: orientamento scolastico, screening per la valutazione dello sviluppo, consulenze tecniche in ambito giuridico, ambito clinico, ricerca.
Il disegno è uno strumento di conoscenza psicologica, utile ad indagare la personalità e il livello di sviluppo grafico e, quindi, cognitivo.
Ogni età ha le sue tipiche conquiste negli aspetti prassici (i grandi e piccoli movimenti), corporei, percettivi, cognitivi, affettivi.
Disegnare implica capacità come quella di saper rappresentare l’esperienza percepita e condivisa, ma prima di tutto poter riprodurre graficamente il proprio schema corporeo: l’idea del proprio corpo, la percezione fisica e mentale e la rappresentazione di esso.
Il bambino disegna ciò che sa e non ciò che vede. Mentre, infatti, per un adulto disegnare una casa trasparente (della quale si può vedere, cioè, l’interno) è un aspetto insolito, per un bambino rispecchia ciò che lui effettivamente sa della casa. Non si possono utilizzare, quindi, i significati proiettivi del disegno senza tener conto di quanto il bambino sia in grado di rappresentare.
Secondo Luquet (in Lis, 1993) un bambino produce un disegno nel momento in cui inizia a tracciare dei segni con l’intenzione di rappresentare qualcosa. I bambini, cioè, inizialmente vorrebbero rappresentare l’immagine di qualcosa che vedono prima e che ricordano poi, ma sono frenati dalla convinzione di non esserne capaci. In molte occasioni, infatti, il bambino tende a richiedere l’aiuto dell’adulto nella rappresentazione grafica, ma molto spesso si tratta di un uso strumentale dell’altro, poiché la convinzione o la paura di non essere capace gli suscita un senso di frustrazione.
Le figure rappresentate dal bambino, rappresentano in qualche modo l’immagine che ha di se stesso, fornendo, quindi, importanti informazioni sul carattere e sulla propria personalità. Disegnando, infatti, il bambino rappresenta anche i vissuti emotivi che spesso in questa fase di sviluppo non vengono esattamente espressi attraverso il linguaggio, come normalmente avviene per l’adulto.
Il disegno riflette, così, il livello di autostima e l’organizzazione di sé in relazione all’immagine del corpo, la rappresentazione e/o le distorsioni dell’immagine di sé (senso del sé e identità, identificazioni, introiezioni, aderenza ai ruoli sociali, culturali e sessuali, all’età, aspirazioni, bisogni, frustrazioni, desideri).
Il disegno del bambino è anche un prezioso strumento di indagine, comunicazione e relazione in psicologia e in psicodiagnostica. Attraverso i disegni, l’osservazione del comportamento, il gioco e altri test, è possibile comprendere la personalità del bambino e il suo stile relazionale.
I disegni e i test psicologici vengono usati, infatti, in diversi settori della psicologia: orientamento scolastico, screening per la valutazione dello sviluppo, consulenze tecniche in ambito giuridico, ambito clinico, ricerca.
Con la consulenza di un esperto in psicodiagnostica è possibile intraprendere un percorso di valutazione psicologica che, se svolto in un’ottica collaborativa, di partecipazione e di coinvolgimento con i genitori e il bambino, può fungere essa stessa già da intervento di supporto.
Ogni età ha le sue tipiche conquiste negli aspetti prassici (i grandi e piccoli movimenti), corporei, percettivi, cognitivi, affettivi.
Disegnare implica capacità come quella di saper rappresentare l’esperienza percepita e condivisa, ma prima di tutto poter riprodurre graficamente il proprio schema corporeo: l’idea del proprio corpo, la percezione fisica e mentale e la rappresentazione di esso.
Il bambino disegna ciò che sa e non ciò che vede. Mentre, infatti, per un adulto disegnare una casa trasparente (della quale si può vedere, cioè, l’interno) è un aspetto insolito, per un bambino rispecchia ciò che lui effettivamente sa della casa. Non si possono utilizzare, quindi, i significati proiettivi del disegno senza tener conto di quanto il bambino sia in grado di rappresentare.
Secondo Luquet (in Lis, 1993) un bambino produce un disegno nel momento in cui inizia a tracciare dei segni con l’intenzione di rappresentare qualcosa. I bambini, cioè, inizialmente vorrebbero rappresentare l’immagine di qualcosa che vedono prima e che ricordano poi, ma sono frenati dalla convinzione di non esserne capaci. In molte occasioni, infatti, il bambino tende a richiedere l’aiuto dell’adulto nella rappresentazione grafica, ma molto spesso si tratta di un uso strumentale dell’altro, poiché la convinzione o la paura di non essere capace gli suscita un senso di frustrazione.
Le figure rappresentate dal bambino, rappresentano in qualche modo l’immagine che ha di se stesso, fornendo, quindi, importanti informazioni sul carattere e sulla propria personalità. Disegnando, infatti, il bambino rappresenta anche i vissuti emotivi che spesso in questa fase di sviluppo non vengono esattamente espressi attraverso il linguaggio, come normalmente avviene per l’adulto.
Il disegno riflette, così, il livello di autostima e l’organizzazione di sé in relazione all’immagine del corpo, la rappresentazione e/o le distorsioni dell’immagine di sé (senso del sé e identità, identificazioni, introiezioni, aderenza ai ruoli sociali, culturali e sessuali, all’età, aspirazioni, bisogni, frustrazioni, desideri).
Il disegno del bambino è anche un prezioso strumento di indagine, comunicazione e relazione in psicologia e in psicodiagnostica. Attraverso i disegni, l’osservazione del comportamento, il gioco e altri test, è possibile comprendere la personalità del bambino e il suo stile relazionale.
I disegni e i test psicologici vengono usati, infatti, in diversi settori della psicologia: orientamento scolastico, screening per la valutazione dello sviluppo, consulenze tecniche in ambito giuridico, ambito clinico, ricerca.
Con la consulenza di un esperto in psicodiagnostica è possibile intraprendere un percorso di valutazione psicologica che, se svolto in un’ottica collaborativa, di partecipazione e di coinvolgimento con i genitori e il bambino, può fungere essa stessa già da intervento di supporto.