La tristezza non è Depressione
"To weep is to make less the depth of grief."
― William Shakespeare
Ha ragione Shakespeare, piangere rende meno profondo il dolore?
La tristezza è una delle emozioni di base, ossia una di quelle emozioni che tutti gli esseri umani conoscono, non importa di quale cultura o di quale parte del mondo.
Il sentimento della perdita
Tutti noi a volte ci sentiamo tristi. Diveniamo naturalmente tristi quando perdiamo qualcosa o qualcuno a cui siamo legati. Quando ci allontaniamo da un posto che amiamo, quando subiamo un lutto, quando perdiamo un bene prezioso. Non per forza però l'oggetto della perdita deve essere qualcosa di concreto e tangibile. E' possibile sentirsi tristi anche quando si perde qualcosa di astratto, come la speranza di soddisfare un'aspirazione, il desiderio di cambiare vita, la fiducia in una persona, la fede in un credo religioso, e così via.
La paura stimola a scappare, la rabbia stimola ad attaccare. E la tristezza cosa ci stimola a fare? La tristezza ci stimola a cercare la vicinanza di altre persone. E in modo complementare, chi vede un'altra persona triste, spesso è stimolato ad avvicinarsi alla persona per offrirle il proprio aiuto, conforto e vicinanza.
Vivere la propria tristezza è un bene
Rendersi conto di essere tristi e accettare di essere tristi è trasformativo.
Per questo motivo le persone ricercano canzoni tristi, o guardano film drammatici, o leggono libri tristi: proprio per contattare e "immergersi" nella propria tristezza. Per vivere a pieno questa emozione, che sebbene sia generalmente considerata negativa, può fornire lo stimolo ad essere molto creativi.
Tante canzoni, film, libri, opere d'arte di ogni tipo sono state ispirate dalla tristezza.
La tristezza vissuta a pieno si trasforma in nuova comprensione.
Quando invece la tristezza viene negata e nascosta perfino a se stessi, si trasforma in qualcosa di peggio: in rabbia, in negazione ostinata, in depressione o in rassegnazione.
Chi accetta di essere triste si trasforma. Cambia se stesso e il proprio modo di vedere il mondo. Gradualmente accetta la perdita e trova le forza per procedere oltre. Arricchito.
La tristezza non è depressione e la depressione non è tristezza
A volte il processo di trasformazione della tristezza in ricchezza è rapido. Altre volte, specie se abbiamo perso un sogno fondamentale o una persona cara, l’accettazione e la trasformazione della perdita possono impiegare molto tempo a realizzarsi, anche anni.
Talvolta però la tristezza può cronicizzarsi e divenire depressione.
In questi casi la persona oltre ad essere triste, sperimenta vissuti di disperazione, sentimenti di impotenza e di mancanza di valore. In questi casi può essere necessario una quantità di tempo e di lavoro psicologico considerevolmente maggiori prima di arrivare a patti con la realtà.
Quando la tristezza si trasforma in depressione, è meglio ricercare aiuto e affrontare un percorso psicologico piuttosto che rimanere bloccati in essa.
Riconoscere la depressione
Potrebbe trattarsi di depressione se sono presenti due o più dei seguenti elementi:
La vita contiene in sé la perdita. Non è possibile immaginare una vita senza perdite. Né una vita senza tristezza.
Tuttavia se la tristezza si cronicizza in depressione è consigliabile affrontarla con l'aiuto di un professionista esperto.
Il sentimento della perdita
Tutti noi a volte ci sentiamo tristi. Diveniamo naturalmente tristi quando perdiamo qualcosa o qualcuno a cui siamo legati. Quando ci allontaniamo da un posto che amiamo, quando subiamo un lutto, quando perdiamo un bene prezioso. Non per forza però l'oggetto della perdita deve essere qualcosa di concreto e tangibile. E' possibile sentirsi tristi anche quando si perde qualcosa di astratto, come la speranza di soddisfare un'aspirazione, il desiderio di cambiare vita, la fiducia in una persona, la fede in un credo religioso, e così via.
La paura stimola a scappare, la rabbia stimola ad attaccare. E la tristezza cosa ci stimola a fare? La tristezza ci stimola a cercare la vicinanza di altre persone. E in modo complementare, chi vede un'altra persona triste, spesso è stimolato ad avvicinarsi alla persona per offrirle il proprio aiuto, conforto e vicinanza.
Vivere la propria tristezza è un bene
Rendersi conto di essere tristi e accettare di essere tristi è trasformativo.
Per questo motivo le persone ricercano canzoni tristi, o guardano film drammatici, o leggono libri tristi: proprio per contattare e "immergersi" nella propria tristezza. Per vivere a pieno questa emozione, che sebbene sia generalmente considerata negativa, può fornire lo stimolo ad essere molto creativi.
Tante canzoni, film, libri, opere d'arte di ogni tipo sono state ispirate dalla tristezza.
La tristezza vissuta a pieno si trasforma in nuova comprensione.
Quando invece la tristezza viene negata e nascosta perfino a se stessi, si trasforma in qualcosa di peggio: in rabbia, in negazione ostinata, in depressione o in rassegnazione.
Chi accetta di essere triste si trasforma. Cambia se stesso e il proprio modo di vedere il mondo. Gradualmente accetta la perdita e trova le forza per procedere oltre. Arricchito.
La tristezza non è depressione e la depressione non è tristezza
A volte il processo di trasformazione della tristezza in ricchezza è rapido. Altre volte, specie se abbiamo perso un sogno fondamentale o una persona cara, l’accettazione e la trasformazione della perdita possono impiegare molto tempo a realizzarsi, anche anni.
Talvolta però la tristezza può cronicizzarsi e divenire depressione.
In questi casi la persona oltre ad essere triste, sperimenta vissuti di disperazione, sentimenti di impotenza e di mancanza di valore. In questi casi può essere necessario una quantità di tempo e di lavoro psicologico considerevolmente maggiori prima di arrivare a patti con la realtà.
Quando la tristezza si trasforma in depressione, è meglio ricercare aiuto e affrontare un percorso psicologico piuttosto che rimanere bloccati in essa.
Riconoscere la depressione
Potrebbe trattarsi di depressione se sono presenti due o più dei seguenti elementi:
- Ansia costante.
- Pessimismo cronico, mancanza di speranza per il futuro, sentimenti di disperazione.
- Senso di non valere nulla, mancanza totale di autostima.
- Senso di "vuoto", mancanza di significato nella propria vita.
- Affaticamento cronico, mancanza di energia sempre e per tutto il giorno.
- Difficoltà a concentrarsi, a prendere delle decisioni, a ricordare.
- Risvegli mattutini molto presto, insonnia, o al contrario dormire troppo.
- Un aumento dell'appetito e del peso, o al contrario perdita dell'appetito e del peso.
- Irritazione cronica, agitazione, tendenza alla litigiosità.
- Perdita di interesse per quelle attività che una volta erano gradite alla persona (tra cui il sesso).
- Frequenti pensieri in tema di suicidio o di morte, o, peggio, tentativi di suicidio.
La vita contiene in sé la perdita. Non è possibile immaginare una vita senza perdite. Né una vita senza tristezza.
Tuttavia se la tristezza si cronicizza in depressione è consigliabile affrontarla con l'aiuto di un professionista esperto.