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Dimmi come affronti le separazioni e ti dirò chi sei

Come ognuno di noi affronta un evento traumatico, ad esempio un distacco o una separazione da una persona cara? Perché di fronte a una separazione, alcune persone sembrano indifferenti e assolutamente distaccate e altre piangono disperatamente e non riescono ad accettare questa realtà?
E tu come vivi la relazione? Scoprilo con un test!
 

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Immaginiamo di essere stati appena lasciati dal nostro partner dopo una lunga relazione affettiva.
Alcune persone sembrano indifferenti e distaccate e altre piangono disperatamente, altre invece, padroni della situazione, sentono un dolore che riescono a esprimere e a condividere con gli altri e sono in grado di affrontare la perdita, sia parlando di come si sentono, sia cercando soluzioni per cambiare il proprio stato d’animo.
Per farci un’idea del nostro modo di affrontare una separazione e un distacco possiamo rispondere a queste domande proposte da Attili, docente di psicologia sociale, nel suo libro “Attaccamento e amore” (2004).
 
Probabilmente non sempre una delle tre alternative proposte rispecchierà completamente quello che avreste vissuto a livello emotivo. In quel caso potete scegliere la risposta che rispecchia almeno in parte il vostro modo di sentire abitualmente.
 
1. Cercate di individuare quali tra i tre “stili sentimentali” riportati di seguito, corrisponde meglio al vostro e si avvicina di più a come vi sentite nelle relazioni intime:
 
A) Sto bene senza avere relazioni affettive troppo strette e coinvolgenti. Mi sento a disagio quando mi lego a un altro. È molto importante per me sentirmi indipendenti e autosufficiente. Preferisco non dipendere dagli altri e divento nervoso se qualcuno si mostra troppo attaccato a me. Accade spesso che i miei partner mi chiedano di mostrarmi più affettuoso di quanto non mi faccia sentire a mio agio. 

B) Troppo facile stabilire relazioni intime; mi sento a mio agio a dipendere da un altro/a e a sentire che lui/lei dipende da me. Non mi accade frequentemente di temere di essere abbandonato, o di pensare di non essere accettato dagli altri. 

C) Vorrei istaurare relazioni sentimentali molto strette, ma spesso trovo che gli altri sono riluttanti a stabilire con me l’intimità che desidererei raggiungere. Sono spesso ansioso e penso che il mio partner non mi ami o che non voglia stare con me. Io vorrei fondermi completamente con un’altra persona e questo mio desiderio qualche volta fa scappare via gli altri. Sto male se non sono a stretto contatto con qualcuno e qualche volta temo che gli altri non mi stimino quanto io stimo loro. 


2. Cercate ora di scegliere tra le modalità elencate di seguito quello che corrisponde al vostro modo di reagire, quando avete un problema fisico e emotivo:
 
A) Se sto male sento che devo nascondere quello che provo e non dipendere dagli altri. 

B) Se sto male sento che posso esprimere quello che provo. 

C) Se sto male devo esagerare la mia sensazione di sconforto per chiedere aiuto e il soddisfacimento dei miei bisogni. 


3. Immaginate ora il seguente scenario: un bambino di quattro/cinque anni viene accompagnato dalla mamma a casa della zia e viene lasciato lì, poiché i genitori devono partire per il week-end. Provate a fare delle ipotesi su cosa prova questo bambino durante l’assenza dei genitori, e sul modo di affrontare la separazione da essi:
 
A) Non prova niente, al limite è contento, perché può fare finalmente quello che vuole. Dopo la partenza dei genitori, si metterà a giocare con i suoi giocattoli e se ne starà per conto suo. 

B) Si sente triste perché vorrebbe stare con i suoi genitori,  gli dispiace che vadano via. Però poi si riprende e cerca degli amichetti con cui giocare. 

C) Si arrabbia moltissimo, piange, non vuole che la madre lo lasci lì. Pensa che i genitori non gli vogliano più bene. Ha paura perché a casa della zia possono entrare i ladri e rapirlo. Quando la madre va via, chiede alla zia di richiamare i genitori e se ne starà ad aspettarli, tutto immusonito. 
 
Chi ha dato la maggioranza di risposte A, affronterà il distacco o la separazione in maniera molto discreta, tanto che chi lo vede da fuori potrà pensare che in fondo la persona che lo ha lasciato non era molto importante e che la separazione gli è scivolata addosso. In realtà molto spesso queste persone tengono tutto dentro e non esprimono il loro disagio all’esterno. Il loro motto è “devo farcela da solo”. La frase tipica è “sto bene, in fondo anch’io pensavo che prima o poi la nostra storia sarebbe finita”. In questi casi la persona dovrebbe essere incoraggiata a prendere in considerazione gli aspetti dolorosi della separazione, per non dover affrontare da solo l’inevitabile dolore e la solitudine che il distacco comporta. Queste persone tenderanno a buttarsi nel lavoro e a puntare sulla performance e sulla riuscita personale e professionale.
 
Cosa si può fare? Se hai dato più risposte A, probabilmente hai difficoltà a manifestare i sentimenti negativi, quindi sarebbe auspicabile che dopo un distacco evitassi di buttarti nel lavoro per non pensare a quello che ti è accaduto. A volte un momento di riflessione per ammettere a se stessi o a una persona vicina a te come stai veramente può aiutarti a non sviluppare in futuro alcuni sintomi (difficoltà a dormire, ansia, attacchi di panico, appetito ridotto….) che manifestano, con altre “parole”, come ti senti veramente.
 
 
Chi ha dato la maggioranza di risposte C, di fronte a una separazione mostrerà in maniera palese il proprio dolore, piangendo e gridando al mondo quanto sta male e quanto si sente abbandonato, deluso e solo. Sarà difficile consolare questa persona in un momento come questo, in quanto potrebbe non vedere davanti a se grandi alternative per il proprio futuro, perché la sua vita era nelle mani della persona che lo ha lasciato. Il suo motto è “nessuno può capire il mio dolore”. La frase tipica è “Mi sento terribilmente solo, triste, abbandonato e arrabbiato”. In questi casi la persona dovrebbe essere incoraggiata a focalizzarsi sul come fronteggiare il cambiamento nella vita quotidiana e attivare risorse per affrontare le piccole attività di ogni giorno.
 
Cosa si può fare? Se hai dato più risposte C, evita di chiuderti in casa a disperarti e, quando esci, non monopolizzare la conversazione con gli amici, focalizzandola su quanto stai male, sei ferito e ti senti solo. L’espressione delle emozioni è molto positiva in questi momenti, ma se eccessiva ha lo scopo di attirare l’attenzione dell’altro e farlo venire in tuo aiuto. Focalizzati, momento per momento, su come stai, senza lasciarti sovrastare dai problemi e dall’ansia del futuro. A piccoli passi riprendi in mano le redini della tua vita, in quanto nessuno ha il diritto di farti sentire in questo modo.
 
 
Chi ha dato la maggioranza di risposte B, di fronte a una separazione sarà abbastanza equilibrato nel prendersi momenti per esprimere il proprio dolore e condividerlo con gli altri. Dopo la difficoltà ad accettare l’accaduto, la possibile rabbia verso l’altro e successivamente il dolore per il distacco, la persona sarà anche in grado di vedere la sua responsabilità rispetto all’azione dell’altro e capire eventuali errori commessi.
Il suo motto è “mi sento triste, ma posso ancora camminare sulle mie gambe”. La sua frase tipica è “certamente ciò che è accaduto mi fa stare male, ma vediamo cosa si può imparare da questa situazione e cosa ho capito”.
 
Se hai dato una maggioranza di risposte B, hai buone possibilità di affrontare al meglio gli eventi traumatici, come distacchi e separazioni.
 
Osservarsi e imparare a capire la nostra modalità di adattamento nei momenti di difficoltà ci aiuta a conoscerci. Il cambiamento passa prima per la consapevolezza del nostro comportamento.
Lo stesso Leopardi, poeta “pessimista” e filosofo, ha scritto “sono convinto che anche nell’ultimo istante della nostra vita abbiamo la possibilità di cambiare il nostro destino”.
Carl Rogers, psicologo statunitense, scrive “percepire un aspetto nuovo di sé stessi è il primo passo verso il cambiamento del concetto di sé”.
 
Pertanto dopo aver fatto il test, che ci aiuta a capire come affrontiamo le separazioni, siamo pronti a cambiare; vi lascio con alcune frasi, che ci sono donate da grandi personaggi, come spunto di riflessione:
 
Prima di qualunque cambiamento poniti queste semplici domande:
1) Perché sono qui?
2) Vale la pena di restare?
(Gerge Ivanovitch Gurdjieff)
 
Una delle più grandi scoperte della mia generazione è che un essere umano può cambiare la propria vita semplicemente cambiando il proprio modo di pensare.
(William James)
 
La via per uscire passa dalla porta. Chissà perché nessuno la prende mai.
(Confucio)
 
La logica vi porterà da A a B.
L’immaginazione vi porterà dappertutto
(Albert Einstein)
 
Se non ci piace dove stiamo possiamo spostarci, non siamo alberi. (Snoopy)
 
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